Di Gabriele Buracchi
I problemi di questa ghiandola interessano maggiormente le donne e persone in età più avanzata. Ma è la prevenzione la chiave di volta. Con la conoscenza di cibi ad hoc e un’attenzione a riposo ed esercizio fisico.
I disturbi della tiroide sono un cruccio nella popolazione italiana che, secondo i dati della fondazione Serono, riguardano entrambi i sessi e tutte le età, anche se con una maggiore frequenza nelle donne, il 10% delle quali ha un disturbo tiroideo nell’arco della vita. Questi disturbi si intensificano nell’età medio-avanzata e si trovano spesso alterazioni tiroidee in vari componenti della stessa famiglia. Ma cos’è la tiroide e a cosa serve?
Funzione di controllo
La tiroide è una piccola ghiandola posta nella parte anteriore del collo ed è costituita da due lobi, uno destro e uno sinistro, uniti tra loro da uno stretto ponte, un istmo. Normalmente in un adulto pesa circa 20 g. Si riesce a percepirla toccandosi le cartilagini presenti nella parte anteriore del collo e deglutendo.
Essendo una ghiandola a secrezione interna produce ormoni che sono a base di tirosina:
- la tetra-iodotironina (T3), costituita da 3 atomi di iodio, prodotta dalle cellule follicolari;
- la tiroxina (T4), costituita da 4 atomi di iodio, prodotta dalle cellule C o parafollicolari, che si trovano cioè all’esterno dei follicoli. Attraverso questi ormoni T4 e T3, la tiroide controlla molte fondamentali funzioni del corpo, in particolare metabolismo, respirazione, battito cardiaco, temperatura corporea, sviluppo del sistema nervoso centrale, accrescimento corporeo.
- La tiroide produce anche la calcitonina, con cui controlla anche il livello di calcio nel sangue. F unzione essenziale per evitare spasmi muscolari o malfunzionamenti nell’attività elettrica del cuore.
Questa ghiandola controlla gran parte delle funzioni del nostro organismo, ed è quindi chiaro che un suo malfunzionamento possa portare a molti problemi che è bene conoscere proprio per la diffusione abbastanza ampia che possono avere.
Ipertiroidismo
L’ipertiroidismo è la condizione clinica caratterizzata da un aumento di ormoni tiroidei circolanti nell’organismo, mentre l’ipotiroidismo riflette la condizione opposta, essendo caratterizzato da un’insufficiente o carente azione degli ormoni T3 e T4 a livello dei tessuti.
L’ipertiroidismo viene definito come primitivo, in quanto causato da malattie della tiroide, ma esiste anche un ipertiroidismo secondario e uno terziario. Quello primitivo dipende da patologie che incrementano l’attività della ghiandola, come la malattia di Basedow o il morbo di Graves che ha origine autoimmune, l’adenoma iperfunzionante, ecc.
L’ipertiroidismo secondario dipende da un eccesso di produzione del Tsh, ormone ipofisario che stimola la tiroide, di solito dovuto a tumore ipofisario. Quello terziario è l’espressione di un eccesso di produzione dell’ormone ipotalamico Trh. A
l di là delle cause, l’ipertiroidismo provoca aumento del consumo di ossigeno con conseguente incremento nell’attività cardiaca, nella produzione di calore, nel catabolismo e nell’irritabilità del sistema nervoso.
Ipotiroidismo
Anche l’ipotiroidismo può avere origini primarie o secondarie. Quello primitivo può dipendere da alterazioni che riducono l’attività della tiroide, come atrofia idiopatica, carenza di iodio nella dieta o tiroidectomia, cioè asportazione chirurgica della tiroide. Mentre quello secondario è di solito dovuto a carenza degli ormoni che regolano la ghiandola. A causa di patologie ipotalamiche e/o ipofisarie, per esempio neoplasie e interventi chirurgici. I sintomi dell’ipotiroidismo sono anche legati all’età.
Se avviene durante lo sviluppo fetale porta a grave insufficienza mentale detta cretinismo, mentre in giovane età provoca una ridotta crescita in altezza e un rallentamento dello sviluppo sessuale nella pubertà.
Nell’adulto invece è causa di mixedema, caratterizzato da vari sintomi come:
- esoftalmo (anormale sporgenza del globo oculare dalle orbite, ndr),
- gonfiore alle gambe,
- ispessimento della pelle,
- stanchezza ricorrente,
- pelle secca,
- alterazioni dell’umore,
- crampi muscolari,
- calo del desiderio sessuale,
- ipertensione,
- bradicardia, ecc.
L’ipotiroidismo, se non adeguatamente trattato, porta spesso a un aumento del peso corporeo.
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Gozzo e noduli
Una manifestazione ben visibile di disturbi della tiroide è il cosiddetto gozzo, che però non è sufficiente per stabilire quale patologia affligga il paziente. Altra manifestazione sono i noduli tiroidei, protuberanze anomale della ghiandola con una natura più spesso benigna che maligna.
Hanno dimensioni variabili e possono manifestarsi come protuberanze singole o multiple. Si possono trovare in superficie o negli strati più profondi della tiroide ed essere sintomatici oppure asintomatici; possono anche stimolare o deprimere l’attività ormonale.
- carenza di iodio nella dieta,
- adenoma tiroideo,
- tiroidite,
- cisti tiroidee,
- gozzo
- cancro alla tiroide.
Ovviamente il trattamento dipende dalla loro natura
Come prevenire problemi alla tiroide?
Cosa mangiare e cosa non mangiare
Questa ghiandola necessita di micronutrienti specifici per poter svolgere le sue funzioni in modo corretto, perché gli ormoni prodotti sono ricavati a partire da sostanze introdotte attraverso la dieta. Lo iodio è un minerale che contribuisce allo sviluppo e al buon funzionamento della ghiandola tiroidea. Lo possiamo accumulare anche semplicemente andando al mare.
I medici di solito consigliano agli ipotiroidei proprio le vacanze sole-spiaggia-mare, ricordando di fare il bagno quando lo iodio è presente in maggiore quantità, cioè al mattino presto, al tramonto e nei giorni di mare mosso. Utile ridurre al massimo il sale ed eliminare lo zucchero. Da ridurre il più possibile carne rossa e prodotti con eccessivo glutine.
Per chi non è vegetariano, si consiglia anche il pesce che contiene significative quantità di iodio. Avere problemi di ipotiroidismo significa anche evitare o ridurre cibi cosiddetti “gozzigeni”: cavoli, broccoli, cavolfiori, rape, ravanelli, miglio. Con una ridotta funzione tiroidea è utile limitare il consumo della soia non fermentata e derivati, così come delle Brassicacee, cioè dei cavoli come abbiamo detto.
Occhio ai grassi, il calcio e ai cibi che causano intolleranze
È importante contenere anche la quantità di grassi e di calcio perché rallentano la velocità dell’ossidazione cellulare. Per chi tende all’ipertiroidismo vale il contrario: si possono sfruttare gli alimenti antagonisti della tiroide per smorzare l’eccessiva attività tiroidea, ma meglio evitare cibi che stimolano la ghiandola.
Chi tende all’autoimmunità e all’infiammazione fa bene stare alla larga dai cibi a cui è intollerante o che irritano il sistema immunitario. Alimenti da assumere sono legumi, cereali, verdure (innanzitutto asparagi e spinaci), frutta (banane e kiwi). Utili anche i tuberi, a partire dalle patate, senza eccedere a causa di un maggior apporto energetico. Un altro elemento interessante è il selenio, un antiossidante prezioso per la sintesi degli ormoni tiroidei.
Lo si ritrova nei cereali integrali ma scarseggia in quelli raffinati; solo per fare un esempio, il riso integrale contiene 15 volte più selenio dello stesso riso una volta raffinato. Si ritrova anche nei semi di senape, nelle noci brasiliane. Da evitare alcol e caffeina, che possono provocare problemi, specie se in dosi eccessive.
L’importanza dell’esercizio fisico e del riposo
Importante bere sempre molta acqua nel corso della giornata e fare attività fisica, specie, per la tiroide, esercizi a corpo libero. A questa ghiandola fanno bene anche il riposo e le passeggiate. Se poi i valori delle analisi fossero irregolari, conviene comunque rivolgersi al medico per eventuali farmaci, evitando il fai da te..
Iodio e selenio: due minerali fondamentali per la tiroide
I disturbi della ghiandola tiroide sono piuttosto diffusi, più nelle donne che negli uomini. Questa ghiandola con i suoi ormoni controlla tantissime funzioni che vanno dal metabolismo al battito cardiaco, dalla temperatura corporea al contenuto di calcio, solo per citarne alcuni.
I disturbi cui può andare incontro sono vari, dall’iper all’ipotiroidismo, fino all’ingrossamento e alla formazione di noduli, con cause molteplici.
Gli elementi più importanti di cui la tiroide ha bisogno per svolgere correttamente la sua funzione di produttrice di vari ormoni sono lo iodio e il selenio, elementi minerali che si ritrovano facilmente in alimenti abbastanza comuni o che, come lo iodio, possono essere assorbiti anche al mare, almeno in parte.
I test da fare
Il medico prescrive esami tiroidei se ritiene che un individuo abbia sintomi che possono far pensare a una malattia della tiroide.
Vediamo quindi quali sono i test diagnostici che consentono di individuare condizioni come ipertiroidismo, ipotiroidismo, noduli tiroidei, cancro della tiroide, gozzo, morbo di Graves e tiroidite. Tra questi esami figurano in primo luogo gli esami visivo e palpatorio della tiroide e quindi la quantificazione dei livelli ematici degli ormoni tiroidei T3 e T4, e dell’ormone ipofisario Tsh. Poi si prosegue con l’ecografia tiroidea, il test degli autoanticorpi tiroidei, la scintigrafia tiroidea e l’agobiopsia della tiroide.
Questi esami servono a stabilire lo stato di salute della ghiandola tiroidea.