di Gudrun dalla Via
Nutrire la tintarella per avere un’abbronzatura duratura: entro certi limiti è possibile. Pensate a quanto succede quando durante l’inverno si sono assunti degli antibiotici. E’ molto più difficile abbronzarsi nella stagione successiva. Oppure, osservate una pelle secca, trascurata: essa si desquama con estrema facilità, perdendo quindi velocemente l’abbronzatura faticosamente conquistata.
Ecco alcuni consigli utili per mantenerci sani e vitali anche in estate e per avere una pelle con un colorito uniforme, luminoso, di una tonalità piacevole.
Per ricevere altri consigli su
come abbronzarsi mantenendo la pelle in salute leggi anche
Lampade abbronzanti: vale la pena rischiare?
Alcune regole fondamentali per un’abbronzatura duratura
- mantenere un apporto sufficiente e in rapporto corretto di tutte le sostanze nutritive.
- consumare quotidianemente una buona quantità di vegetali, cioè frutta, verdura ed eventualmente germogli, soprattutto crudi. Quelli colorati, in particolare, sono più ricchi di antiossidanti.
- fare pasti non eccessivamente complessi e pesanti, osservando le corrette combinazioni alimentari.
- consumare ogni giorno cereali di buona qualità (pane, pasta, riso, polenta, farro,orzo, segale, eccetera) prevalentemente integrali, anche per assicurare un sufficiente apporto di fibre.
- limitare i cibi fritti, i dolciumi, il caffè, le bevande eccitanti e zuccherate.
- evitare alcol e tabacco.
Regola d’oro: abituare la pelle al sole in maniera moderata e costante
Esponete il corpo il più possibile all’aria e alla luce, anche nelle altre stagioni. Non occorre che sia necessariamente il sole. Fatelo non solo durante i fine settimana ma anche recandovi al lavoro o per le commissioni e nelle pause pranzo. Perfino la passeggiata alla sera è giovevole in quanto costituisce un movimento utile alla circolazione, al mantenimento del peso corporeo e vi espone anche all’aria aperta.
Scopri di più sull’utilizzo delle lampade abbronzanti leggendo:
Lampade abbronzanti: vale la pena rischiare?
Questo articolo è tratto dal mensile Vita&Salute – Numero di giugno 2016