Di Gudrun Dalla Via
Che cosa non si farebbe per una tintarella «mozzafiato»? C’è chi apre le «danze» già in autunno, con lampade e lettini.Si va dalla mania della tintarella, costi quel che costi, per arrivare all’esposizione fra le 11 e le 15, le ore più deleterie per la pelle. Eppoi, c’è scarsa conoscenza sull’impiego degli schermi solari, delle creme e dei reidratanti post-doccia.
Molti non conoscono i rischi di una cattiva esposizione ai raggi solari.
Il risultato? È abituale la mancata o errata applicazione delle creme solari di cui, spesso, non si leggono neppure gli ingredienti. Quanti sanno che l’applicazione dovrebbe essere ripetuta almeno ogni due ore e dopo il bagno? Quanti sanno che la reidratazione della pelle è d’obbligo per mantenerla elastica ed evitare le spellature?
Eppure, ogni estate, l’Associazione italiana di dermatologia e cosmetologia ricorda che i raggi solari possono rappresentare uno stress per l’organismo, che si difende, dando il via all’abbronzatura. E forse non tutti sanno che – preferiamo ripeterlo – proprio per aumentare le difese nei confronti delle radiazioni – la pelle «cambia» colore sotto l’effetto di un pigmento bruno, la melanina, prodotta dai melanociti, cellule presenti nel tessuto cutaneo. In definitiva, più melanina è presente, più si diventa scuri.
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Troppo superficiali
Il peccato più banale che si possa fare, quando si è alla ricerca disperata della tintarella, è quello della superficialità. Tanto per cominciare sarebbe indispensabile essere a conoscenza del proprio fototipo: le caratteristiche della pelle. Subito dopo, occhio al filtro, visto che fra i diversi prodotti solari ci sono delle enormi differenze e quelli biologici sono il top fra la gamma delle creme, perché non contengono sostanze chimiche sospettate di produrre danni al nostro organismo.
Inoltre è altresì essenziale ribadire la differenziazione tra schermi fisici e filtri chimici. I fisici sono sostanze minerali (ossido di zinco, diossido di titanio). Per «schermo» s’intendono tutte quelle sostanze che alzano un’autentica barriera verso le radiazioni, soprattutto Uvb: riflettono le radiazioni nocive. Per quanto riguarda i cosiddetti chimici, invece, sono tutta una serie di sostanze che assorbono energia: consentono una copertura completa dello spettro ultravioletto – Uvb, Uva corti e Uva lunghi – e, per le loro grandi dimensioni molecolari, si comportano come gli schermi fisici, riflettendo le radiazioni.
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Come scegliere il fattore di protezione più indicato per la propria pelle?
In etichetta è riportato come Spf (Sun Protection Factor): capacità di un protettore solare di bloccare la radiazione del fiammeggiante astro, in particolare quella di tipo Uvb.
In parole povere, Spf è una misura della quota di radiazione che la pelle protetta può ricevere, prima che faccia la sua spiacevole comparsa l’eritema.
L’indicazione è in relazione a fattori come la concentrazione del principio attivo, il tipo di pelle e l’intensità delle radiazioni, che cresce, in modo proporzionale, con l’altitudine sopra il livello del mare. È essenziale che un prodotto conferisca protezione sia nei confronti degli Uvb che degli Uva.
Ma attenzione, un protettore solare non è costituito solo dai suoi principi attivi, ma anche dai cosiddetti eccipienti, dai quali dipendono la diffusione e la permanenza del prodotto sulla pelle, nonché la sua resistenza all’acqua e alla sudorazione.
I solari più resistenti
Un’ulteriore considerazione. La resistenza delle creme all’acqua, e di riflesso al sudore, è un fattore da non trascurare.
Anche in questo caso bisogna osservare bene le diciture che compaiono sui prodotti.
- Water resistant: l’efficacia della protezione è superiore al 50 per cento anche dopo 2 immersioni in acqua di 20 minuti ognuna.
- Very water resistant: l’efficacia della protezione è superiore al 50 per cento dopo 4 immersioni in acqua di 20 minuti ognuna.
Come ricorda il professor Mario Cristofolini, grande dermatologo di Trento, primario della Clinica Dermatologica dell’Ospedale di Trento fino a che l’età lo ha mandato in pensione, attualmente responsabile del Centro Studi e Ricerche delle Terme di Comano: «Se presi nel modo giusto e alle giuste dosi, come qualsiasi farmaco, i raggi solari apportano effetti benefici». E infatti l’equilibrata esposizione al sole è una vera e propria strategia di cura.
Questo articolo è tratto dal mensile Vita&Salute – Numero di giugno 2016