Di Franco Berrino
Il cammino della vita lo si traccia vivendo. La direzione può cambiare. Si dice che la meta sia il cammino stesso. Non c’è da attendersi ricompense, c’è da servire, consapevolmente, con umiltà e competenza. La meta è virtuale, è dentro di noi.
Se posso, mi concedo di camminare in montagna e godo dei benefici del meditare camminando.
Per me è un’esperienza che chiude le porte allo scempio, al degrado urbano, alla violenza delle immagini pubblicitarie, della civiltà dell’apparenza, della civiltà dell’informazione, allo strazio dei notiziari, all’ingorgo del traffico, alle puzze dei motori, dei rifiuti e dei fast-food, all’inquinamento dell’aria, dell’acqua, di tutto quello che si tocca, all’amarezza di avere tutti i sensi intasati da stimoli artificiali che disonorano la vita.
La meditazione camminando è un’intensa esperienza di mindfulness. Il respiro è centrale in ogni pratica di meditazione, focalizziamoci allora su come il ritmo del cammino si sincronizza con il ritmo del respiro, contiamo i passi durante ciascuna inalazione ed esalazione, e concentriamoci sul battito del cuore, o su come l’aria fresca entra nel corpo e rimuove la fatica.
Focalizziamoci sulla sensazione del terreno sotto i piedi, sulle caviglie… Concentriamoci sulla tensione e sul rilassamento di ogni parte del corpo durante il movimento.
Siamo consapevoli delle sensazioni piacevoli o spiacevoli, dei pensieri che giungono e che lasciamo andare. Diffondiamo amore e gentilezza a tutto ciò che incontriamo, rocce, fiori, alberi, animali, esseri umani. Benediciamoli. Immaginiamo un sole nascente o un loto che fiorisce nel nostro cuore e che diffonde vibrazioni di amore, compassione, pace. Godiamo dei benefici del meditare camminando.
Estratto e riadattato da Il cibo della saggezza (F. Berrino, M. Montagnani, Mondadori, 2020, pp. 192)
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