di Anna Villarini, Biologa nutrizionista
Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) a causa di una alterata sintesi o funzione dell’insulina prodotta da pancreas, un ormone che permette l’ingresso del glucosio nelle cellule.
Diabete di tipo I
Il diabete può essere di tipo I, o insulinodipendente, insorge in età precoce, per questo viene anche definito diabete infanto-giovanile. Si manifesta il più delle volte in maniera improvvisa con:
- un marcato aumento della sete
- l’eliminazione di una maggiore quantità di urina, anche durante la notte
- perdita di peso malgrado l’aumento della fame e dell’apporto calorico
- una riduzione della forza e della efficienza fisica
Per la diagnosi è molto utile fare uno stick per verificare la possibile presenza di glucosio nelle urine.
Nel caso di diabete di tipo I il pancreas non è più in grado di produrre insulina.
Diabete di tipo II
Il diabete di tipo II solitamente insorge in età adulta e spesso non viene diagnosticato al suo esordio per la mancanza di sintomatologia. Si calcola che almeno un terzo dei pazienti diabetici non sappia di esserlo.
La diagnosi venga fatta solo in caso di insorgenza di complicanze, come:
- perdita di vista
- insufficienza renale
- neuropatie
- problemi cardiovascolari o oncologici
- cattiva circolazione periferica con necrosi delle dita dei piedi.
Per questo è importante non trascurarsi e misurare la glicemia a digiuno almeno una volta all’anno.
Come orientarsi con i parametri
- In condizioni normali, la glicemia deve essere inferiore a 100 mg/dl.
- Una glicemia uguale o superiore a 125 mg/dl consente di fare diagnosi di diabete.
- Glicemie comprese fra 100 e 125 mg/dl definiscono una condizione di insulino-resistenza caratterizzata dalla riduzione dell’assorbimento del glucosio ematico da parte delle cellule dell’organismo malgrado il pancreas produca adeguate quantità di insulina. In questo caso è bene intervenire tempestivamente attraverso l’adozione di una sana alimentazione e di corretti stili di vita che possono ripristinare condizioni di salute e benessere.
Fattori di rischio per il diabete
Esistono infatti fattori di rischio come la sedentarietà, la cattiva alimentazione, l’aumento del grasso viscerale (circonferenza vita > 80 cm, per le donne, e > 94 cm per gli uomini), il sovrappeso e l’obesità che sono principalmente causa di diabete di tipo II anche nel bambino.
Essere sedentari può condurre a un progressivo peggioramento dello stato di efficienza del nostro organismo: scarsa massa e forza muscolare, osteopenia o osteoporosi, articolazioni rigide, aumento di peso, arteriosclerosi, uricemia e molto altro.
Fattori di protezione
L’esercizio fisico
L’esercizio fisico quotidiano è particolarmente sia nella prevenzione del diabete che delle sue complicanze poiché favorisce un buon funzionamento del metabolismo, del sistema cardiocircolatorio, delle funzioni ormonali e del sistema nervoso.
Inoltre contribuisce a mantenere nella norma i valori della glicemia, del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue. Svolgere una attività fisica di lieve o moderata intensità, come una passeggiata di 30 minuti continuativi tutti i giorni è sempre consigliabile.
Una sana alimentazione
E’ necessario basare la propria alimentazione su cibi di provenienza vegetale, ricchi di fibra, quali legumi e cereali integrali. Sono raccomandate inoltre cinque porzioni al giorno tra frutta e verdura (circa 600 gr di cui 3 porzioni di verdura e 2 di frutta) di stagione, mentre è sconsigliato un consumo frequente di verdure amidacee (come le patate).
Tra i cibi animali preferire carni bianche (pollo, tacchino, coniglio) e pesce ricco in grassi omega3 da consumare almeno 3 volte a settimana come salmone, sgombro, orate, alici, trote, sardine ecc.
Interessante anche il consumo di bevande vegetali a colazione o per cucinare ma sempre senza zuccheri o dolcificanti aggiunti, e possibilmente non di riso (naturalmente troppo dolce). Tra i condimenti il migliore è l’olio extravergine d’oliva di cui andrebbero utilizzati circa 30 grammi al giorno.
Altrettanto importante è limitare il consumo di grassi saturi e trans, presenti principalmente in burro, margarine, grassi idrogenati, latte, formaggi, carni rosse, carni conservate (salate, affumicate, salumi e insaccati), uova.
Limitare fortemente anche il consumo di bevande alcoliche (l’alcol può impattare negativamente sul compenso glicemico), di dolci, di cereali raffinati e cibi fatti con cereali raffinati (riso bianco, pane bianco, alimenti preparati con farine 0 e 00 o contenenti zuccheri e amidi), creme, panne, succhi di frutta, bevande e bibite vari zuccherate o dolcificate.
Lo yogurt bianco naturale non zuccherato e non dolcificato è decisamente il latticino migliore sia per la prevenzione che dopo la diagnosi di diabete assieme al consumo di alimenti contenenti fibre.
Tutti questi alimenti concorrono ad avere o mantenere un microbiota intestinale sano.
L’importanza di un microbiota sano nella prevenzione del diabete
Avere un microbiota sano sembra essere fondamentale per la prevenzione del diabete e nei pazienti. Numerosi studi correlano oggi il microbiota intestinale con l’insorgenza di patologie legate all’infiammazione cronica, tra queste rientra anche il diabete.
Gli oltre 100.000 miliardi di microrganismi (batteri, virus, funghi e protozoi) che compongono il microbiota intestinale possono esercitare effetti benefici o essere dannosi.
Se i microorganismi utili prevalgono (eubiosi) sono in grado di proteggerci da numerose patologie e di ridurre lo stato infiammatorio cronico, ma se si instaura uno squilibrio fra le specie microbiche e prevalgono quelle infiammatorie (disbiosi) la salute ne può risentire in molti organi tra cui il pancreas.
Esistono ancora pochi studi sul microbiota in relazione al diabete ma si è osservato che batteri come Bifidobacterium, Bacteroides, Faecalibacterium, Akkermansia e Roseburia svolgono nel nostro organismo un’azione antinfiammatoria e sembrano avere un’attività inibitoria nei confronti di enzimi che degradano i carboidrati complessi, riducendo l’iperglicemia post prandiale ma sono poco presenti nel microbiota dei diabetici dove invece predominano microrganismi ad azione infiammatoria.
Come mantenere in salute il microbiota
La composizione del microbiota intestinale dipende dalla dieta e dall’attività fisica.
In particolare alimenti come cicorie, porri, carciofi, topinambur e cipolle sono molto ricchi di prebiotici (fibre che nutrono la componente sana del microbiota) mentre yogurt bianco (non zuccherato o dolcificato) e altri alimenti fermentati come miso, crauti ecc forniscono ottimi microrganismi all’intestino.
Al contrario un elevato consumo di carne rossa e carboidrati raffinati può essere causa di disbiosi intestinale, così come l’abitudine al fumo!
E non trascuriamo la varietà della nostra dieta quotidiana, perché è stato osservato che mangiare in maniera monotona contribuisce a provocare una riduzione della biodiversità del microbiota intestinale.
Quindi se in casa abbiamo avuto persone malate di diabete o noi stessi soffriamo di diabete cerchiamo di curare attentamente stili di vita e alimentazione perché quando sono sani e corretti possono prevenire la nostra salute a 360 gradi.