CURIOSITÀ
Il nome, dal greco tropaium, significa “trofeo”; i suoi fiori, a forma di elmo, e le foglie, simili a scudi, venivano incisi su elmi, scudi e spade del passato. Infondevano simbolicamente lo spirito combattivo negli uomini che scendevano in campo.
Plinio lo chiamò nasturzio, dal latino nanus tortus, naso contorto, per il suo sgradevole odore.
Nel 1597 fu portato in Europa dalle Ande, da Pizarro e i conquistadores spagnoli, insieme all’oro degli Inca.
I nomi europei del nasturzio derivano tutti dall’italiano “cappuccina”, grazie alla somiglianza dei fiori al copricapo della tonaca di un monaco cappuccino. Il professor Binet lo ha definito “fiore dell’amore” per le sue proprietà afrodisiache.
La pianta fu utilizzata anche contro la carenza di vitamina C (scorbuto). Il fiore tiene lontani afidi, formiche e lumache.
Per questo è utilissima nell’orto e in coltivazioni biologiche.
SCHEDA BOTANICA
Pianta erbacea perenne della famiglia delle Tropaeolaceae, è originaria di alcuni paesi dell’America meridionale, come Perù e Bolivia.
Si sviluppa su un fusto gracile, rampicante o strisciante, in grado di raggiungere anche i 4 m di altezza, mentre le specie nane si fermano a 20-40 cm circa.
Le foglie, disposte in posizione alterna e dotate di un lungo picciolo, sono piatte, lucide, di colore giallo-verdastro.
I fiori compaiono da metà estate a metà autunno, sono campanulati e speronati, simili a un cappuccio. Il colore della corolla è variabile secondo la varietà: dall’arancio al bianco, dal rosso al mogano.
Il frutto è costruito da un piccolo baccello verde, all’interno del quale è racchiuso il seme.
PROPRIETÀ
I principi attivi sono contenuti principalmente nel seme e nelle foglie: glucotropeolina, un glucoside che mediante idrolisi produce un olio essenziale e un antibiotico, vitamina C, acido ossalico, acido fosforico.
Svolge, infatti, un’azione antibatterica e antimicotica, utile nelle infezioni del sistema urogenitale e dell’apparato respiratorio, dove esercita funzione balsamica, fluidificante ed espettorante.
Ha anche un’azione inibitoria sulla moltiplicazione cellulare di ceppi batterici, patogeni; è inoltre depurativa, diuretica e disinfettante, efficace per migliorare la diuresi ed eliminare le tossine dal sangue e dall’organismo.
Per uso esterno, conosce un uso dermatologico e cosmetologico sotto forma di frizioni, lozioni, shampoo, in caso di ferite, piaghe e ulcere della pelle, pruriti e desquamazioni del cuoio capelluto con forfora e nel trattamento preventivo della caduta dei capelli, dove è in grado di stimolare la vitalità del bulbo pilifero.
Per altri scopi sono utilizzati anche fiori, semi e baccelli.
Il nasturzio è coltivato anche come pianta ornamentale e impiegata in campo alimentare.
UTILIZZO
USO INTERNO
Infuso: versare 1 litro d’acqua bollente su 20-25 g di foglie fresche, un po’ contuse, infondere per 10 minuti, filtrare. Berne due-tre tazze con un cucchiaino di miele.
Tropaeolum m. TM: 30 gocce due volte al giorno.
IN CUCINA
Foglie e boccioli sono ottimi per aromatizzare insalate, ripieni per carni, ravioli e panini.
I semi novelli hanno un aroma intenso, talvolta tritati nella salsa tartara; marinati in aceto sono simili ai capperi. I fiori adornano i piatti da portata.
USO ESTERNO
Lozione capillare: 100 g in parti uguali di: foglie e semi freschi di cappuccina, foglie fresche di ortica, foglie fresche di bosso, alcol a 90°. Frantumare le foglie, fare macerare 15 giorni nell’alcol, filtrare con pressione, frizionare il cuoio capelluto.
Decotto per lavaggi e compresse: bollire 80-100 g di foglie fresche in 500 ml, dopo 1-2 minuti togliere dal fuoco, lasciar intiepidire e poi colare.
Cataplasmi: bollire per qualche minuto 50-60 g di foglie fresche in 300 ml d’acqua, lasciare intiepidire, poi colare.
Recuperare le foglie bollite e adagiarle su una garza pulita, ripiegarle più volte e schiacciarle per farne uscire il succo, applicare sulle zone interessate.
Note: indicazioni e dosaggi sono da considerarsi puramente indicativi. Il suo utilizzo deve esser effettuato solo sotto controllo medico.