di Paolo Pigozzi
Breve guida su come scegliere l’acqua da bere.
Povera di sodio, ricca di calcio, a elevato contenuto di magnesio: sono tutte caratteristiche dell’acqua (minerale o del rubinetto non fa differenza) che possono avere un qualche effetto sulla nostra salute. Niente di mirabolante, beninteso, a dispetto dell’insistente comunicazione pubblicitaria.
Tuttavia, i minerali sciolti in un bicchiere d’acqua interagiscono indubbiamente con il metabolismo e influenzano il nostro equilibrio vitale.
I dati che analizziamo di seguito li potete trovare sull’etichetta della bottiglia oppure sul siti dell’azienda che distribuisce l’acqua pubblica nel vostro territorio.
Come scegliere l’acqua da bere: breve guida
– Il residuo fisso esprime la quantità di sali minerali presenti in un litro di acqua fatto evaporare a 180°C. Fino a 200 mg/litro sono acque leggere (oligominerali); tra 200 e 1.000 mg/litro si tratta di acque mediominerali; per valori superiori si chiamano acque ricche di sali minerali.
Occorre non dimenticare che i minerali sono generalmente utili per il metabolismo e per l’organismo tutto (ossa, ma anche cuore, digestione, ecc.). Già dalla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, studi epidemiologici hanno riscontrato una correlazione inversa tra malattie cardiovascolari e ricchezza di minerali delle acque potabili: più l’acqua era ricca di minerali (soprattutto carbonati e bicarbonati), minore era il rischio cardiovascolare. Risultati confermati anche da ricerche più recenti.
– I bicarbonati sono i sali più alcalini nelle acque da bere. Uno studio pubblicato sulla rivista British Journal of Nutrition ha dimostrato che, dopo un pasto ricco di grassi, i trigliceridi nel sangue di coloro che bevono acque ricche di bicarbonati sono più bassi rispetto a chi, consumando lo stesso pasto, beve acque che contengono meno minerali.
– Il magnesio è un altro elemento indispensabile in quanto entra a far parte dei principali sistemi metabolici. È sempre meno presente negli alimenti, soprattutto se ottenuti con concimazioni chimiche e/o oggetto di raffinazione industriale (cereali). La sua presenza nelle acque potabili integra la quota assunta con il cibo (cereali integrali, legumi, semi oleosi, prodotti marini).
– Il calcio è presente nell’acqua in una forma particolarmente assorbibile, come è testimoniato dalle ricerche del Centro studi e ricerche di medicina termale dell’università di Milano, e non è relazionato con il rischio di formare calcoli renali.
– Il sodio è anch’esso essenziale per l’organismo, ma non deve essere assunto in eccesso. Le acque con basso tenore di sodio (meno di 20 mg/litro) sono particolarmente indicate nell’alimentazione dei neonati e di chi ha patologie renali.
Per approfondire leggi anche Acqua da bere: in bottiglia o dal rubinetto?
Le bollicine, pericolo per i denti
“L’acqua gassata con anidride carbonica è dannosa per i denti perché acidifica la bocca”.
Detta così, nuda e cruda, potrebbe sembrare una delle bufale di cui sono purtroppo ricchi i mezzi di comunicazione attuali. In effetti, è difficile dimostrare senza ombra di dubbio che sorbire un bicchiere di acqua arricchita di anidride carbonica (il gas che forma le bollicine) sgretoli i denti.
Tuttavia, alcuni dati potrebbero suggerire un comportamento prudente nell’assunzione di bevande gassate, evitando le esagerazioni.
L’anidride carbonica (CO2), a temperatura e pressione ambiente, è un gas incolore e inodore.
Quando è presente nell’aria a concentrazioni elevate, inizia a reagire con le secrezioni umide della bocca e delle vie respiratorie producendo acido carbonico. È per questo che respirare un’aria particolarmente ricca di CO2 produce un sapore acidulo in bocca e l’irritazione del naso e delle vie respiratorie.
Bollicine sì ma con moderazione
È noto che l’acidità della bocca, che sia determinata dall’acido carbonico che si forma nell’acqua gassata per la dissociazione della CO2 oppure prodotta da una alimentazione ricca di zucchero, è dannosa per la struttura dei denti. La saliva è, non per caso, naturalmente alcalina. Tra l’altro, nello scorso dicembre sono stati pubblicati due articoli scientifici (Scientific Reports e Scientific American) che mettevano in relazione l’acidificazione
degli oceani (causata principalmente dall’eccesso di CO2 che vi è disciolta) e l’indebolimento dei
denti e delle scaglie degli squali.
L’acqua frizzante quindi può essere piacevole, ogni tanto, ma probabilmente è preferibile non consumarla sistematicamente.
Per approfondire leggi anche Acqua del rubinetto o acqua in bottiglia?