- Ghiacciai che si sciolgono, aumento delle zone desertiche, incendi fuori controllo. Sono solo alcuni degli effetti legati al riscaldamento globale. Colpa dell’anidride carbonica e di altre sostanze.
- Le iniziative a livello europeo.
- Cosa può fare ciascuno di noi per invertire la rotta?
Non esiste un Planet B
Nell’agosto del 2018 l’opinione pubblica mondiale ha conosciuto Greta Thunberg . Si trattava di una giovane ambientalista svedese che in quel mese ha deciso di protestare contro l’immobilismo dei politici di fronte ai cambiamenti climatici in atto. Lo ha fatto pacificamente, sedendosi tutti i giorni davanti al parlamento svedese con un cartello in mano che recitava: «Sciopero scolastico contro il clima».
Da lì è nato il movimento giovanile #FridayForFuture (https://fridaysforfuture.org/), che ha dato vita a memorabili giornate di mobilitazione giovanile, e non solo, in tutto il mondo. Milioni di ragazzi in oltre duemila piazze di 123 paesi. L’Italia è risultato essere il primo paese al mondo per adesioni. Uno degli slogan più ricorrenti delle manifestazioni era: «There Is no Planet B», non esiste un pianeta B.
Da un punto di vista pratico, però, dopo è successo ben poco.
Il Green Deal
Nel settembre del 2020 Ursula Von Leyen, presidente della Commissione Europea, pronuncia un discorso sullo stato dell’Unione dopo la Pandemia. E pone, come pilastro della ripartenza, il Green Deal. Annuncia così che il 37% di Next Generation EU (il cosiddetto Recovery Fund) sarà speso per gli obiettivi della transizione verde. Vediamo i punti salenti dell’impegno programmatico:
- Il 30% di 750 miliardi del Recovery Fund saranno reperiti sui mercati grazie ai Green Bond.
- L’Europa dovrà diventare il primo continente neutro entro il 2050.
- L’obiettivo è ridurre le emissioni per almeno il 55% entro il 2030.
D’altronde, l’urgenza delle misure è impellente. Lo ricorda nel suo annuale Report il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) che, a proposito di temperature, afferma: «I diversi modelli matematici sono concordi nel valutare un aumento delle temperature fino a 2°C nel periodo 2021-2050».
Il dramma degli incendi
Ma non è solo l’Europa a sperimentare gli effetti del riscaldamento globale. Temperature record si registrano negli ultimi anni anche nel resto del mondo e sono la principale causa di incendi estesi e catastrofici. Ecco le gravi crisi più recenti:
- 2019 – Brasile
- 2020 (inizio anno) Australia
- 2020 (autunno) Oregon e California
Cosa deve dirci ancora la natura per farci rinsavire? I ricercatori attribuiscono la responsabilità di quanto sta accadendo all’incremento della temperatura media della superficie terrestre da non attribuire a cause naturali.
Le responsabilità umane
La diagnosi è molto precisa: il rilascio dei gas serra nell’aria da parte dell’uomo. Tali sostanze trattengono il calore emesso dalla superficie terrestre, dall’atmosfera e dalle nuvole. Provocano il famoso effetto serra, una sorta di cappa che trattiene il calore e non permette il naturale scambio con l’esterno, quindi il raffreddamento.
Vediamo le ragioni dell’aumento delle emissioni, secondo le valutazioni rilasciate dall’Ipcc – il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico – organismo delle Nazioni Unite, tra i più accreditati:
- Il 25% è attribuibile alla produzione di elettricità, calore e dalla combustione di carbone.
- Il 24% all’agricoltura.
- Il 21% all’industria.
- Il 14% ai trasporti.
- Il 6% all’uso dei combustibili fossili per uso residenziale e commerciale.
- Il 10% a una serie di altre attività: estrazione combustibili fossili, raffinazione, lavorazione e trasporto petrolio.
Come posso contribuire a contrastare il riscaldamento globale?
Petteri Taalas, Segretario generale del’Wmo – il World Metereological Organization, ha recentemente rilasciato una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni: «La scienza parla chiaro, i cambiamenti climatici avranno impatti sempre più distruttivi sulla vita della Terra. La finestra di opportunità per l’azione è quasi chiusa».
E allora è quanto mai urgente chiedersi: quali sono le scelte quotidiane mediante le quali contribuisco a contrastare il riscaldamento globale?
Vediamone insieme qualcuna:
- Scegliere una dieta sostenibile – meglio se vegetariana o vegan, comunque limitare il consumo di carne.
- Risparmiare energia – scegliendo fonti rinnovabili; acquistando elettrodomestici a maggiore efficienza energetica; utilizzando lavatrice e lavastoviglie a pieno carico; sostituendo le lampadine a incandescenza con il LED.
- Acquistare cibi a km 0.
- Rendere la casa più efficiente dal punto di vista energetico.
- Muoversi in modo sostenibile – significa lasciare l’auto a casa; utilizzare per gli spostamenti i mezzi pubblici, la bicicletta o le nostre gambe.
Sì, il futuro del pianeta dipende anche da me!