Un recente studio della Loma Linda University Health afferma che un elevato consumo di alimenti ultra-processati e, separatamente, un elevato consumo di carne rossa, sono importanti indicatori di mortalità. Questo studio si unisce alla crescente conoscenza sull’impatto di questi alimenti sulla salute umana e sulla longevità.
Lo studio ha incluso una delle coorti più ampie di partecipanti, con oltre 77.000 persone e ha preso in considerazione una vasta gamma di diete, comprese quelle vegetariane e non-vegetariane.
I risultati hanno mostrato che la proporzione di alimenti ultra-processati nella dieta di una persona è più importante per la mortalità rispetto alla proporzione di alimenti di origine animale, con l’eccezione della carne rossa. Inoltre, il risultato ha evidenziato come sia possibile essere un “cattivo vegetariano o un buon non-vegetariano” a causa della presenza di alimenti processati nella dieta.
I vegetariani che consumavano molti alimenti ultra-processati nella loro dieta hanno subito un aumento proporzionale della mortalità simile a quello dei non-vegetariani che consumavano molti alimenti ultra-processati.
I dati sono stati raccolti attraverso un questionario sulla frequenza alimentare e informazioni demografiche e sanitarie dei partecipanti, che sono state analizzate insieme ai dati sulla mortalità forniti dal National Death Index.
I ricercatori hanno utilizzato un modello statistico che li ha aiutati a considerare ogni variabile indipendentemente dalle altre e a produrre un’analisi della mortalità specifica per ogni causa.
In conclusione, i ricercatori affermano che i risultati dello studio evidenziano l’importanza di evitare alimenti ultra-processati e di ridurre il consumo di carne rossa, sia per i vegetariani che per i non-vegetariani, per migliorare la salute e la longevità.
Questo studio fornisce nuove informazioni per la promozione di una dieta sana ed equilibrata e l’educazione alimentare per tutti.